venerdì 28 marzo 2014

Le celebrazioni del risveglio: le Antesterie

Testa di Dioniso - Grecia, I sec. a.C.
Le Antesterie (Ἀνθεστήρια) erano celebrazioni in onore del dio vegetazionale Dioniso, che si svolgevano ad Atene nei giorni 11, 12 e 13 del mese di Antesterione (tra febbraio e marzo).
Durante il primo giorno (chiamato Πιϑοιγία, Pithoigia) venivano aperti i grandi contenitori (pithoi) in cui era conservato il vino; nel secondo giorno (Χόες) si svolgevano gare tra bevitori; e, infine, a chiusura della festa (nel giorno detto dei Χύτροι, delle "marmitte"), si offrivano doni a Ermes ctonio, guida delle anime dei morti.
Si tratta di una celebrazione in limine, che consacra l'avvicendarsi della vita e della morte: se, infatti, le gare di bevute rimandano a un clima di spensierata gaiezza, è altresì vero che le Antesterie erano considerate un periodo infausto dalla popolazione ateniese: in quei giorni, tutte le porte dei templi cittadini venivano sbarrate e su di esse era spalmata della pece. Solo il Limnaion (dedicato a Dioniso) restava aperto e venivano celebrati i morti e le Chere, divinità femminili che simboleggiavano la fatalità della morte e il procedere inarrestabile del ciclo della vita. Le case venivano ornate con rami di biancospino, allo scopo di tenere lontane le anime irrequiete dei defunti.
Si preparavano inoltre delle cotture di cereali, che dovevano essere consumate prima del tramonto. Una volta sopraggiunta la notte, si recitava la frase: «Fuori, demoni: le Antesterie sono terminate!». La benevolenza di Ermes psicopompo, infatti, faceva sì che le anime dei morti, al termine della celebrazione, ritornassero nell'oltretomba - senza più arrecare disturbo ai vivi.
«"Coraggio, divo nocchiero, al mio cuore carissimo, / sono io Dioniso tonante che fece la madre / cadmeide Semele, nell'amore di Zeus congiunta." / Salve, figlio di Semele bel viso: non lice in alcun modo / di te comporre di nascosto il dolce canto» (Inno omerico a Dioniso I, nella traduzione di Cesare Pavese)