venerdì 4 gennaio 2013

Il cammino imperfetto

Ovvero il tempo dell'airone


La ruota gira e questo per me è il tempo dell'airone.
Nella zona dove vivo ce ne sono davvero tanti, compagni silenziosi delle mie giornate. Li vedo dalla finestra dello studio, passo accanto a loro durante le mie passeggiate fra i campi... Ricordo che un pomeriggio il mio caro Mickey ebbe uno scontro con uno di loro: il mio piccolo cane rosso si era fatto sotto abbaiando e l'airone, dopo essersi levato in volo, aveva iniziato a volare minacciosamente in tondo sulla testa di Mickey, tanto da costringermi ad avvicinarmi velocemente, battendo le mani e facendo un gran chiasso. Solo a quel punto l'uccello infastidito si era allontanato.
Andando a spulciare tra i miei quadernetti (dove appunto informazioni ed intuizioni), noto che in passato lo avevo definito "l'esploratore". Non c'è altro. Ho scritto solo "l'esploratore", senza indicare da chi o da che cosa mi fosse stata ispirata quella definizione. Forse da nulla.
L'airone, del resto, è un animale che vive in limine (si pensi alla sua predilezione per le zone palustri, per le risaie, dove la terra si congiunge col cielo ed è come se i confini venirssero meno - anche se per un periodo di tempo limitato; per dirla con De Martino, è un po' come se l'airone vivesse in una sorta di mundus dei giorni nostri...), tanto che nell'antico Egitto era identificato con Bennu, l'uccello sacro - con la Fenice. E quale animale può meglio svolgere il ruolo di "camminatore" attraverso le acque morte se non l'airone, che vive per gran parte della sua esistenza immerso nelle acque immobili? E' una Fenice perfetta, che ci conduce attraverso la morte nell'acqua, piuttosto che attraverso il fuoco, lungo lo svolgersi di un cammino imperfetto.

Le "acque morte" della mia zona. Foto di © Cristiano Villa.
Cammino che è imperfetto anche fisicamente, come già si erano accorti gli antichi, a causa dell'andatura apparentemente claudicante dell'airone (e delle garzette, delle nitticore ecc. ecc.).
Carlo Ginzburg, nella sua bellissima Storia notturna, indica queste "imperfezioni" (nel mondo animale e in quello umano) come segni distintivi importanti:
«In una società di vivi, i morti possono essere impersonati soltanto da coloro che sono inseriti imperfettamente nel corpo sociale».
E quale modo migliore, per scovare gli "imperfetti" (coloro che sono destinati ad "avere a che fare coi morti" e, attraverso di essi, se avranno ben lavorato, giungere alla purificazione), se non andare a caccia di segni? Dai marchi di Satana alla cecità dei poeti-veggenti, di Cecolo, di Tiresia; passando per la zoppìa di Edipo, di Vulcano, degli uccelli di palude (appunto). E' il passo di Yu.
Dopotutto, il cammino attraverso le acque morte non è un viaggio facile: è il Cammino dei Folli...

1 commento:

NycteaNoctua ha detto...

Splendido anche questo...

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