venerdì 23 dicembre 2011

Del Solstizio - e dei nodi che vengono al pettine

Per i capelli ho sempre avuto una vera e propria fissazione. Basti pensare che non ho mai il coraggio di tagliarli e che uno dei miei incubi più ricorrenti è proprio di esserne privata a tradimento.
Così, la metafora dei nodi che vengono al pettine (che mi ricorda così da vicino la mia amatissima Giunchiglia!), per quanto banale, mi sembra perfetta per questo periodo pre e post solstiziale.
Non ho scritto nulla riguardo al mio Solstizio perché, quest'anno, la celebrazione è stata davvero molto (troppo, per parlarne su un blog pubblico!) personale.
Mi limiterò a dire che, nonostante alcune difficoltà manifestatesi durante le ultime settimane, mi sento pervasa dalla sensazione di stare percorrendo la giusta Strada e che tutto stia "quadrando" a dovere - come non accadeva da mesi.
Piccoli segnali, ancora e sempre. Oggetti che cadono, fagotti sigillati con erbe a me care, tagli, preghiere - e infine l'acqua. Che aiuta a dimenticare, che trascina via, nella notte, tutto ciò di cui è necessario liberarsi. Credo di aver cominciato a venire a patti, con questo elemento, a dispetto del mio essere cuspide...
E, da oggi, l'attesa. Del risveglio, di quei minuscoli movimenti sotterranei che riporteranno a noi la Gigantessa e la Vita.

Per tutte le persone a me care, spero che sia stato un Solstizio proficuo - che tutti abbiano lavorato al meglio e che, da qui a Candelora, potranno iniziare a vedere i frutti del lungo sonno (ri)generatore.

E dunque... felice Cammino a tutt*, ci risentiremo dopo queste feste - che non mi (ci) appartengono, ma che mi impegneranno un po'...

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