martedì 11 ottobre 2011

Della Sfinge e degli specchi

Ne parlavo nel post precedente, della Sfinge e del suo essere ferma, non immobile.
La figura della Sfinge non mi ha mai intimorita. Sento raccontare storie sul suo conto fin da quando ero bambina. Nei giardini di Casale Monferrato in cui mi portava mio padre da piccina, c'era una sfinge in pietra senza testa: su di essa si inventavano un sacco di favole meravigliose, perché si diceva che, da quel punto, si snodasse un cunicolo che attraversava sotto terra tutta la città.
Papà me le ripeteva, quelle favole, e per me era una magia andare ai giardinetti solo per rivedere la "mia" sfinge.


Sfinge allo specchio...

In verità credo che ci sia qualcosa di rassicurante nel suo restare in paziente attesa delle risposte che dovranno arrivare. Se le conseguenze saranno terribili (come nel caso di Edipo), la colpa non sarà della Sfinge, ma dell'umana cecità.
La Sfinge ci mette di fronte a enigmi importanti - sta a noi riuscire a risolverli.

Le Sfingi classiche, la cui iconografia è diffusissima, in verità, sono piuttosto statiche. Immobili nella loro pietra, nelle loro gigantesche monolitiche zampe di leone, lo sguardo (cieco) fisso all'orizzonte...
Bellissime, ma non sono le MIE Sfingi - le Sfingi di QUESTO periodo...

Preferisco di gran lunga la "Sphynx" di Franz Von Stuck, che ho utilizzato per illustrare il mio post precedente. Una Sfinge interamente umana, di carne e sangue, con un corpo di donna nella parte superiore come in quella inferiore. Una Sfinge, come dicevo poco sopra, ferma (lo si percepisce dalla sua postura, dalle gambe distese e allineate, dai gomiti appoggiati sul drappo rosso: è una creatura in riposo - ma che potrebbe muoversi in qualunque momento, qualora lo desiderasse), con lo sguardo non cieco, ma fisso in un punto indefinito, fuori dalla tela e lontano dall'osservatore. Una Sfinge senza orpelli, in attesa delle "sue" (nostre?) risposte.
Per affrontare l'Enigma, infatti, dobbiamo spogliarci d'ogni inutile ornamento e di ogni velleità. Per parlare con la Sfinge (la cui funzione, in verità, è quella dello speculum - che in latino vuol dire tanto "specchio" quanto "immagine"), dobbiamo usare con lei e per lei una delicatezza felina (di nuovo i gatti, sì! E, dopotutto, lei non è forse per metà leone?): evitare ogni invadenza, ripudiare le chiacchiere inutili, preferire la discrezione, il dialogo silenzioso che si svolge su livelli "altri"...

Ed è proprio sulla Sphynx che voglio lavorare in questo periodo... Tacere e lavorare. Tutto mi conduce a lei: la (ri)scoperta (qualora ce ne fosse bisogno!) del valore della discrezione, la Ruota che gira, lo "specchio nero", la verità che si svela con uno strappo secco - facendo quasi male nella sua lucentezza. La Sfinge aspetta. Lei non ha fretta; ma io sono impaziente di proseguire nel mio (nuovo - e tuttavia vecchissimo) Cammino...

O nuova stirpe del vetusto Cadmo,
figli, perché, venuti alle mie soglie,
tendete i rami supplici? D'incensi,
di peani, di pianti, è piena tutta
la città. Figli, non mi parve bene
chieder notizie a messaggeri: io stesso
son qui venuto: Edipo: il nome mio
è chiaro a tutti. – O vecchio, ora tu dimmi,
ché degno sei di favellar tu primo,
perché veniste? Per pregare? O quale
terror vi spinse? Ad ogni modo io voglio
darvi soccorso: se di tante preci
non sentissi pietà, non avrei cuore!
(Sofocle, Edipo re)


Un'altra "Sfinge umana": la Sphynx di F. Drtikols (1913).

DISCREZIONE: dal latino discretum, part. pass. di discèrnere, ovvero "distinguere": facoltà della mente per la quale l'uomo discerne e giudica con dirittura...

2 commenti:

NycteaNoctua ha detto...

"Sicuro", fece Enghivuc, dondolando la testolina grossa quanto una mela, "ma per questo lo dovrebbero vedere.E loro invece non vedono nulla. Il loro sguardo però colpirebbe te. Non sono neanche sicuro che le Sfingi ubbidiscano all'Infanta Imperatrice. Chissà, magari sono anche più grandi di lei. Non so, non so, tutta la faccenda è comunque molto delicata"
(La Storia Infinita, Le tre porte magiche, Michael Ende)

Canidia ha detto...

Quanto ho amato questo libro! E non sono "profetiche" queste parole?
"Tutta la faccenda è comunque molto delicata"...

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