sabato 20 novembre 2010

Del fuoco che segue i miei passi

Sono sempre stata molto sensibile alle affinità fra gli individui e i loro elementi d'elezione. O meglio, più che di affinità dovrei parlare di modalità d'interazione...
Io, ad esempio, ho un rapporto molto conflittuale col "mio" elemento (l'aggettivo possessivo DEVE essere virgolettato!), il fuoco, poiché lo temo, lo fuggo e lo inseguo al tempo stesso.
Anzi, potrei davvero dire che tutta la mia vita si è svolta e si svolge tuttora tra le frequenti fughe dal "fuoco" (la parte più infera e difficile da gestire di me stessa) e i conseguenti ritorni all'elemento originale.
Penso che poche donne abbiano desiderato più di me essere avvolgenti, liquide e "acquatiche" e abbiano con altrettanta tenacia lottato contro la contraria forza dirompente e mascolina del fuoco.
Passo giornate, settimane, mesi a "limarmi", a smussare i lati più irascibili e antipatici del mio carattere; ingoio amari bocconi convinta che, se saprò reprimere la furia, poi mi sentirò più a mio agio con me stessa e potrò finalmente godere di un po' di pace...
A volte è così. A volte l'incanto dura per un'intera stagione.
Ma alla fine il fuoco ha SEMPRE il sopravvento e spesso mi sorprendo a scoprirlo liberatorio...
Se riuscissi a veicolarlo nella giusta direzione, forse troverei pace.
Forse, mi viene da pensare, addirittura è per questo che detesto così tanto la Stagione Oscura: il mio fuoco potrebbe e saprebbe scaldarla; ma si raffredda per periodi troppo lunghi, dentro di me, e ogni anno il Generale Inverno mi coglie impreparata e tremante...


L'indimenticato fuoco dell'Eclisse.