La luna della "Notte di San Giovanni"
«Brucia fiori di digitale raccolti con la Luna Nera e poi seppelliscine le ceneri nella terra fredda. Non dimenticare di "legare" con nodi stretti, affinché non possano sfuggire... Ah, e non toccare i gatti, sono solo superstizioni. I gatti sono il veicolo, non l'oggetto "simpatico".»
(Vecchi ricordi...)
(Vecchi ricordi...)
Può essere la notte della furia (quella del "canto del capro", per intenderci), la notte dei "morti che recano messaggi" - e infine delle erbe raccolte e lasciate a essicare, senza fretta.
Durante i giorni solstiziali ho riflettuto sulla necessità del Male (inteso come Cessazione, Contrappasso), sulla bellezza della Ruota che gira senza potersi arrestare, sulla nostra volontà di seguirla - nonostante tutto. Su quanto forti siano i simboli racchiusi in determinati luoghi.
(Non mi riferisco solo al Bosco della Partecipanza, di cui tornerò a scrivere presto. Parlo anche della Saletta, dove mi sono recata qualche giorno fa.
I. ha detto di averci trovato ramoscelli bruciati e cerchi di pietre. La gente del posto parla del demonio - c'era da aspettarselo. Le energie, lì, sono forti, ma non negative. E' il Trapasso? C'è un piccolo cimitero... I morti, che parlano? E nessuno riesce a comprenderli...)
Ciò che mi spaventa è la capacità orribile dell'uomo di distruggere e dimenticare.
Anche su questo ho riflettuto parecchio: e ieri, mentre riportavo su FB la notizia delle due orse affogate in una cisterna per la raccolta dell'acqua lasciata incustodita (la madre che cercava disperata di salvare la figlia), l'ho sentita con forza, la sensazione di perdita, di rammarico...
Non voglio perdere i "MIEI" luoghi, la bellezza del rapporto insostituibile con i "MIEI" animali...
Non voglio che il mondo (quello che appartiene alla maggioranza degli esseri umani - non certo a me!) entri nel mio hortus conclusus e prenda il sopravvento, spezzando il Patto, l'Equilibrio.
Ecco, la necessità della Difesa, della Cessazione, del Trapasso.
La "neretudine" non mi spaventa, la considero un passaggio obbligato. O "giustizia distributiva", chiamatela come volete.
«"Hai vinto: cedo ai tuoi poteri magici. Per l'infernale regno di Proserpina, per Diana, invitta dea, per quegli oracoli, per quei trattati di magia, che possono strappare al cielo il firmamento, ascoltami, Canidia, lascia le segrete formule, rimanda indietro, svolgi la tua trottola! [...]" "A chiusi orecchi bussa la tua supplica: non son più sordi i sassi che nel rigido inverno il mare batte ai nudi naufraghi. [...]"»
(Orazio, Epodi, "Palinodia", XVII)
(Orazio, Epodi, "Palinodia", XVII)