martedì 3 marzo 2009

Della verità (e di altre strade)

Lo dicevo qualche post fa, che il sangue ha sempre avuto su di me un effetto particolare.
Lo considero infatti un elemento fecondo, humus capace di stimolare anima e pensiero.
E, guarda caso, proprio quando ritorno a ragionare sul sangue

(io sono fatta così: mi soffermo sulle mie personali "metafore ossessive" a fasi alterne; adesso è il turno del sangue, fra qualche settimana chissà... Coltivo il vizio raffinato dell'incostanza...)

si affaccia alla mia memoria (complice anche un libro sul cristianesimo, di cui sto correggendo le bozze) il vecchio nodo irrisolto sul vero volto della Magna Mater, sulla Verità che sta oltre il velo e che mi spinge ad andare avanti lungo il Cammino.
Faccio mille cose, durante le mie giornate; soprattutto coltivo molti progetti, che sono - allo stato attuale delle cose - ciò per cui metto i piedi giù dal letto la mattina.
E quando parlo di "progetti" non mi riferisco solo del G.A.S. o del Circolo di Lettura, ma anche - e soprattutto - ai rapporti umani, all' Amore, alla Dedizione e all'Empatia verso l'Altro e con il creato nella sua interezza.
In tutto questo clamore di vita, nel fluire ininterrotto di passioni e contrasti - in tutto questo, mi dico, il filo rosso è sempre Lei.
E' Lei che mi pungola, Lei che (complice) mi suggerisce la via da percorrere, quale direzione scegliere, chi amare e chi abbandonare al proprio destino.

Alcuni si dedicano al misticismo.
Molti, scegliendo la via più breve, giocano a fare gli eletti.
Io preferisco fare silenzio e ascoltare, tendere l'orecchio non nel silenzio di una cattedrale, ma fra le bazzecole del quotidiano, certa che uno scopo ultimo Lei lo abbia sempre avuto.
Deve essere così.
Altrimenti non mi spiegherei la supremazia testarda (nonostante tutto) della vita sulla morte, né riuscirei a giustificare l'ostinazione tenace con cui ci abbarbichiamo alla sopravvivenza, convinti come siamo che non saremo smentiti - come del resto non lo siamo stati finora.

Ho sentito spesso dire che la Magna Mater è una dea cieca e sorda.
Eppure da Lei ottengo risposte, conferme. Da Lei attingo quella forza terrifica che altro non se non è l'evidenza folgorante della Vita in questo mio corpo, nelle mie ovaie e nel mio sangue...

Ci tornerò, su queste cose. E in maniera più approfondita.
Questa sera, volevo solo lanciare un piccolo grido di amore e di gioia.


Otto Rapp, Magna Mater

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