venerdì 21 marzo 2008

Ventosa

Nella vita, io vado così, come tira il vento.
Periodi di bonaccia tanto tristi da togliere il fiato. E poi, di colpo, la folata che riporta il sorriso, il batticuore, la luce dei primi giorni di primavera - dopo il buio dell'inverno.
Quando capita, non mi fermo a riflettere. Non ho tempo neppure per abbattermi o per indulgere alla malinconia, perché devo seguire il vento - il mio vento.
Quando accade, io per prima mi stupisco della forza e dell'energia che scorre in questa piccola mente confusa, in questo corpo che sembra sempre sul punto di cedere sotto il colpo dei miei stessi pensieri.
Quando finalmente mi risveglio, non sono più una foglia al vento, ma un albero con profonde radici e un fusto che non potrà essere spezzato con facilità.

In tre soli giorni ho ripreso a lavorare e a studiare, abbandonando la pigrizia delle ultime settimane di incertezza. E mi sono trasferita definitivamente nella mia Casa dei Ranocchi.
Basta con le valigie, con i libri da trasportare avanti e indietro, con le lacrime agli occhi ogni volta che dovevo chiudere la mia parentesi di vita indipendente per tornare a essere "figlia".
Uno strappo deciso al cordone ombelicale, un colpo ben assestato alla mia esistenza che stava vacillando.
Non è stato facile.
Non so neppure come andrà a finire.
Non so se riuscirò a mettere un freno al mio brutto carattere e a fare della mia casa un nido sereno, in cui valga la pena tornare a fine giornata.
Ma dovevo farlo - negli ultimi mesi è stato il mio pensiero fisso. Perché *lui* è l'unico uomo che abbia mai amato nel vero senso della parola.
E poi perché, in fondo, credo di volere a me stessa abbastanza bene da tentare di combinare qualcosa di buono, in questa vita.

venerdì 7 marzo 2008

8 marzo

Non so per quale motivo, ma al giorno d'oggi ci sono molte donne convinte che festeggiare la festa della donna sia sbagliato.
«Dovrebbe essere la nostra festa tutti i giorni!» dicono convinte. E poi, magari, la sera dell'8 marzo si regalano uno spogliarello maschile, in nome dell'Ormone Incalzante.
Frasi e comportamenti di questo tipo mi hanno sempre lasciata perplessa, perché hanno il sapore smaccato della polemica gratuita. Non si può pensare di festeggiare le donne tutti i giorni: così come non può essere sempre la festa del papà, della mamma, dei nonni o degli innamorati. Esattamente come non può essere, per i cristiani, ogni giorno Natale.
Invece di fare proclami e di volerci a tutti i costi anticonformiste, sarebbe meglio ricordare (a noi stesse e al mondo che ci circonda) quale sia il significato reale della festa della donna, che è (o dovrebbe essere) l'occasione per celebrare le vittorie faticosamente conseguite, i diritti acquisiti dopo lunghe sofferenze, il ricordo di tutte quelle donne che sono state schiacciate, calpestate, messe a tacere con la violenza.
In questo senso, non vedo cosa ci sia di male, a festeggiare in una giornata comune tutte le donne. Le donne forti, le donne fragili; le donne che hanno gridato e quelle che hanno sempre taciuto; le madri e le combattenti; le streghe e le sante...
Perciò non offendetevi, amiche vicine e lontane, se vi faccio (con un giorno d'anticipo) i miei migliori auguri per questo 8 marzo.
Siate orgogliose di ciò che siete. E vogliatevi bene.

martedì 4 marzo 2008

Petizione per Fawza Falih, condannata a morte per stregoneria

Fawza Falih è una donna saudita accusata di aver reso impotente un uomo per mezzo di sortilegi magici. Arrestata dalla polizia locale, è stata picchiata e poi costretta a firmare la propria "confessione". Se il re Abdullah non interverrà per salvarla, concedendole la grazia, Fawza sarà giustiziata mediante decapitazione.

Per fermare questa terribile ingiustizia, firmate la petizione e fatela girare il più possibile.

Prelevato su http://aifeydesign.splinder.com/

Un ringraziamento particolare a FataAlchechengi, che mi ha segnalato l'iniziativa. Sul suo blog potete trovare anche parecchi approfondimenti e articoli di riferimento alla vicenda.