lunedì 3 novembre 2008

Della magia: il ponte fra due mondi

La magia è il superamento o l'estensione di una barriera che appare invalicabile per i comuni mortali e che per la strega (o il mago) diventa - con l'acquisizione della Conoscenza - un velo sottile che può essere sollevato.
Nel caso della stregoneria vera e propria (la forma più antica e viscerale di magia: quella delle maghe terribili della Tessaglia, di Canidia e di Sagana, per intenderci) si tratta dell'abbattimento della barriera che separa i vivi dai morti.
Nel caso della magia naturale, invece, è una vera e propria "estensione" dei confini dell'essere umano, che giunge a possedere e comandare l'intero creato.

Secondo il pensiero magico l'universo è un gigantesco organismo umano e l'uomo ne è la piccola immagine, una replica in miniatura. Essendo egli stesso una rappresentazione dell'universo (sia pure in scala ridotta) mediante un processo di espansione spirituale l'uomo può misticamente estendere il suo essere fino a coprire l'intero creato, sottomettendolo al suo volere.
(C. Gatto Trocchi, La magia, Newton Compton, Roma 1994, p. 43)

Lo stesso accade per la magia cerimoniale e per quella celeste di Marsilio Ficino e Cornelio Agrippa, che si rivolge al cielo e alla sua intelligenza: in entrambi i casi, chi pratica la magia diventa tramite tra la dimensione dell'in-conoscibile e l'universo razionale.
(Nel caso della magia cerimoniale il trait d'union riguarda il tipo di linguaggio utilizzato, quello simbolico. Anche in questo caso, il rimando dall'oggetto al suo simbolo, da A a B, necessita di un viaggio interiore, di uno spostamento dall'alto verso il basso e viceversa, per potersi realizzare.)
Per questi (e per altri motivi) io sostengo che le streghe (in qualtià di messaggere provenienti dalla dimensione dell'ou-topia, cioè del "non-luogo") non siano poi così lontani dagli angeli della tradizione giudaico-cristiana.
Il concetto base è la capacità (e la volontà, nel caso di chi pratica scientemente la magia) di fare da tramite fra due mondi che non potrebbero avere altrimenti nessun contatto.


Malvisi, Erinni, olio su tavola 80x60

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