martedì 30 ottobre 2007

La notte in cui il velo viene sollevato

Samhain. Calenda. Chiamatela come più vi aggrada.
Questa è la notte in cui il velo si solleva.
I Morti tornano a camminare, sussurrano, ci ricordano chi siamo - noi, i Vivi.
E la Terra infine si addormenta. Un sonno lungo, necessario al prossimo Risveglio.
Il Cerchio si è chiuso.
Anche noi dovremmo imparare a completarlo.
Nelle nostre vite e per le nostre vite.
Per la completezza. Per zittire questo senso di insoddisfazione che sovente ci coglie.
Per mettere la parola "fine", di tanto in tanto, alla nostra Ricerca.

Noi (io e gli altri del Cerchio... Viola e Lunaspina, soprattutto) domani notte accenderemo le torce e bruceremo nel fuoco del camino le nostre buone intenzioni per la prossima Ruota. E anche quei pochi bigliettini che contengono ciò che siamo riuscite a concludere. (Qualcosa, sì... Il Cerchio, almeno in parte, si è chiuso.)

A voi tutti, amici lontani, auguro la più serena notte di Calenda.

Io scomparirò per una settimana, nella mia Casa dei Ranocchi.

A presto, a presto.

mercoledì 24 ottobre 2007

E poi ci diciamo (da soli) che l'uomo è un animale intelligente. L'uomo NON è un animale intelligente. L'uomo è un animale CRUDELE.
Leggete qui che cosa succede in un angolo del nostro meraviglioso mondo.

Un certo Guillermo Habacuc Vargas (sedicente artista e sicuro psicopatico) avrebbe causato la morte di un cane (chiamato Natividad) rinchiudendolo in una stanza e impedendogli di alimentarsi. Cito dal blog di Darkmcmahon:

«[...] un cane è legato ad una corda e gli è impedito di alimentarsi. In aggiunta, le mura che circondano l’animale sono ricoperte di scritte create utilizzando croccantini per cani. Inutile dire che il povero animale è deceduto poco tempo dopo l’inizio della mostra… Non riesco a capire come nessuno possa essere intervenuto per impedire questa tortura… Molte fotografie mostrano il pubblico intendo a guardare la mostra, con free drink e stuzzichini fra le mani, fregandosene altamente della vita di questo animale. L’ “artista” si giustifica sottolineando che, siccome il cane è randagio, prima o poi sarebbe morto comunque…»

Adesso questo "signore" sarebbe stato scelto come rappresentante del proprio paese alla rassegna d'arte Biennal Central America Honduras 2008. Non c'è limite all'indifferenza umana, ma noi gridare forte il nostro "NO" e boicottare Vargas, firmando questa petizione.
Vi prego, fatelo. E' importante.

(Le foto del cane, mi perdonerete, ma non riesco a postarle: mi fanno troppo male...)

lunedì 1 ottobre 2007

In perfetta ripresa, sull'orlo del precipizio...

Sono qui, né carne né pesce e forse vagamente frustrata; ma va bene così. Ho un buon rapporto, io, con le mie frustrazioni, perché so di essere Imperfetta e Contraria a ogni comune direzione: disperata quando tutti esultano, fortissima e granitica quando intorno a me si domanda aiuto. Ormai ci ho fatto l'abitudine.
Dopo il post in cui vi annunciavo la mia supplenza, lo ammetto, mi sono lasciata affondare dall'alta marea. Delusa dall'atteggiamento apatico di questi nuovi giovani così lontani da me (abbiamo solo dieci anni di differenza ma, davanti alla loro completa mancanza di passione e di orgoglio, mi sento fiera e decrepita al tempo stesso), mi domandavo che senso avesse affannarmi per preparare le lezioni, i compiti e le verifiche, per gente a cui interessa solo riempire la pancia nell'intervallo e, se possibile, evitare con l'astuzia qualche insufficienza.
E' durata un giorno. Un mercoledì terribile in cui ho pianto e singhiozzato tornando a casa in macchina, con la radio accesa. Ho compromesso il mio equilibrio, ne ho pagato lo scotto, ma alla fine mi sono rialzata. E, da venerdì scorso, ho deciso che non m'importa nulla di ciò che pensano i ragazzi o i colleghi. Ho deciso di andare avanti a testa alta lungo questo breve tragitto, senza caricarmi di problemi che non m'appartengono. Non posso risanare da sola i mali della nostra società, la perdita dei valori, il disagio giovanile: mi viene mal di testa solo a pensarci.
E allora via, avanti di nuovo a vele spiegate, col vento della spensieratezza fra i capelli. A quel paese gli adolescenti sfiduciati, i colleghi burberi e il mio conto in banca che oscilla fra depressione e speranza. A quel paese tutto, io non ho tempo di fermarmi.
Nel tempo libero ho ricominciato a pensare alla cena del 31, alla nostra piccola vacanza invernale che s'avvicina, al sito del Cerchio del Frassino da realizzare e ho perfino iniziato ad addobbare la Casa dei Ranocchi in onore del Re Autunno...
In fin dei conti sta a noi «decidere che cosa fare con il tempo che ci viene concesso», diceva "qualcuno".


Il mio cesto per l'autunno, nella Casa dei Ranocchi.